Musica Divina et Mundana
I materiali di natura liturgica conservati nell’Archivio storico e nella Biblioteca diocesani di Tricarico
Di grande interesse sono i materiali di natura liturgica conservati nell’Archivio storico e nella Biblioteca diocesani di Tricarico. I primi vescovi di Tricarico ebbero certamente libri per la Messa e l’Ufficio, per lo studio teologico e le omelie: ne sono testimoni i frammenti di un libro di omelie di età carolingia (IX-X secc.), due frammenti in minuscola beneventana (XI-XII secc.), un libro di prediche e un salterio. Alcuni codici e frammenti musicali consentono anche una parziale conoscenza delle melodie liturgiche.
Nel Medioevo, in realtà, la registrazione scritta dei canti non ebbe una funzione strettamente musicale: il canto liturgico si trasmetteva per ripetizione orale. I codici musicali, piuttosto, servirono spesso a manifestare il prestigio di una chiesa o di un monastero.
Più tardi, essi furono utilizzati per conservare tradizioni melodiche che si stavano perdendo per imposizione dall’alto (riforma “gregoriana”), per trascuratezza o per mutamento del gusto (nascita della polifonia e contaminazione col repertorio profano). Nella mostra sono esposti pezzi che conservano canti liturgici sconosciuti per la musica o per il testo, appartenenti agli Uffici di S. Eufemia, di S. Luca di Armento e di S. Potito.
Anticamente la musica liturgica fu affidata alle sole voci, più tardi la Chiesa iniziò a tollerare l’utilizzo di strumenti musicali: tale contaminazione mondana è evidente in tanti dipinti “musicali” conservati nelle chiese del territorio come nell’inquietante zampogna suonata dal caprone scolpito nel coro ligneo francescano esposto nel museo.